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RASSEGNA STAMPA dal 1980 al 1996
«Corriere del Ticino», Lugano (8 novembre 1980)
Torna una illustre insegna concertistica milanese
La Nuova Polifonica Ambrosiana in un programma monteverdiano
A Milano ho voluto andare per assistere alla rinascita di una vecchia insegna concertistica che pareva tramontata per sempre: la Nuova Polifonica Ambrosiana. Inutile, mi pare, in questa sede ricordare la storia di questa formazione […] Se mai queste sono faccende per un eventuale storico di fatti milanesi del dopoguerra. E tuttavia, l’altra sera, queste premesse non soltanto pratiche, ma anche spirituali, erano presenti come un’eredità felicemente incombente sulla Nuova Polifonica Ambrosiana. […] sono usciti nel gruppo folto del coro per prendere parte al bel concerto col quale la formazione inaugurava la sua sobria stagione concertistica. La sede veramente rivelata anche a chi era milanese, era la restaurata chiesa di Santa Maria della Pace. Dunque la Nuova Polifonica Ambrosiana ha subito riallacciato le vecchie simpatie d’arte dedicando il suo programma a Monteverdi Pagine stupende per l’alta poesia dalla quale sono pervase, per l’invenzione che ha pochi confronti nella storia della musica. Ma Monteverdi non credo sia da scoprire oggi. Piuttosto c’è da dire che il vecchio filo spirituale che ha portato alla costituzione della Nuova Polifonica è risultato ancora una solida eredità anche nelle esecuzioni. E di questo va reso merito al maestro Franco Monego che dirigeva il complesso e che le ha presentate con un amore e un gusto finissimi che ricordavano i vecchi tempi. […]
(Vittore Castiglioni)
«La Repubblica», Milano (1 ottobre 1982)
Sei concerti (più gli extra) da dicembre a maggio Ma la Polifonica cerca amici
[…] la stagione 1982-83 della Nuova Polifonica Ambrosiana è praticamente sistemata [...] Col primo programma verrà reso omaggio al festeggiato milanese più importante di questi mesi: Musiche a Milano al tempo di Leonardo. Da tre anni come Nuova”, da trenta come Polifonica Ambrosiana”, la formazione corale ora presieduta da Luciana Ticinelli Fattori non ha mai voluto rinunciare alla sua caratteristica di dilettanti altamente specializzati. Riuniti per fare e far conoscere la musica corale, i componenti di questo complesso, a ragione considerato nel campo culturale un fiore all’occhiello, continuano sulla strada del volontarismo e dell’autonomia. Tutta l’attività, cui presta attualmente la collaborazione come preparatore del coro e direttore di alcuni programmi Marco Brunamonti, è stata finora garantita dalle offerte degli amici. […]
(Angelo Foletto)
«Il GiornaIe Nuovo», Milano (15 ottobre 1982)
Concluso il ciclo di musica corale all’Umanitaria
Con la Nuova Polifonica incursione nei misteri dell’antico canto greco
L’ultimo dei quattro concerti previsti per quest’anno dalla Milano corale, ha avuto luogo nella sala degli affreschi dell’Umanitaria. Era di scena il coro della Nuova Polifonica Ambrosiana, che è la naturale continuazione della Polifonica Ambrosiana”, […] fondata da monsignor Giuseppe Biella nel lontano 1947. La sperimentata linea stilistica seguita da questo gruppo ha fatto sì che esso arrivasse a elevate qualità interpretative e d’esecuzione. La scelta dei programmi è spesso raffinata e il repertorio va dai canti dell’antica Grecia fino ai nostri giorni. […] La serata all’Umanitaria aveva come tema “L’antica musica e la moderna pratica: la lirica corale greca e la vocalità monteverdiana” […] La Nuova Polifonica Ambrosiana ha riportato quindi all’attenzione dell’ascoltatore di oggi tutto un mondo avvolto nelle ombre della mitologia, ma ben esistente. […]
(Valeria Pedemonte)
«Il Giornale Nuovo», Milano (3 dicembre 1982)
La Nuova Polifonica Ambrosiana al San Fedele
Questa è musica autentica con strumenti leonardeschi
[…] Passata la frenetica esteromania delle celebrazioni leonardesche, ecco apparire un complesso che costituisce una delle tradizioni più solide, anche se forse tra le meno conosciute, del panorama musicale. finalmente uno spettacolo in cui la bravura e il rigore nell’esecuzione degli interpreti si è unita all’originale e accurata scelta dei testi e degli strumenti [...] Prendiamo, appunto, come esempio, gli strumenti Sono strumenti praticamente inesistenti, dice il liutista Giovanni Pellini, li abbiamo fatti costruire appositamente sulla copia degli originali che si trovano nella Hill Collection di Oxford. Il programma era incentrato su due grandi compositori attivi a Milano a cavallo tra il ‘400 e il ‘500: Franchino Gaffurio e Josquin Desprez. […] i musicisti hanno accompagnato l’appassionato coro diretto da Marco Brunamonti […] Un successone. […]
(Alessandro Cannavò)
«lI Giornale Nuovo», Milano (23 aprile 1983)
La Nuova Polifonica Ambrosiana al S. Fedele Le donne e i cavalieri di Monteverdi e Tasso
I solisti, il coro e gli strumentisti della Nuova Polifonica Ambrosiana, diretti da Marco Brunamonti, hanno proposto l’altra sera all’Auditorium San Fedele un breve ma raffinato incontro con la musica di Claudio Monteverdi. E proprio a uno dei capolavori di Monteverdi ci poneva di fronte la prima parte del concerto […]: Il combattimento di Tancredi e Clorinda […] I polifonici ambrosiani, come esige la l'oro identità di musicisti “puri”, hanno evitato una qualsiasi sottolineatura in direzione propriamente scenica, tornendo tuttavia della composizione una lettura persuasiva nella sua discrezione, imperniata sulla chiara scansione della voce recitante (Biagio Meloni), sugli accenti di un’accorata Clorinda (Luciana Ticinelli Fattori) e di un veemente Tancredi (Edoardo Salvestrini) pezzo conclusivo del programma Tirsi e Clori, composizione definita dall’autore “Ballo concertato” Si è potuta constatare la scrupolosa preparazione della Polifonica Ambrosiana [...]
(Giovanni Delbecchi)
«Corriere del Ticino», Lugano (3 giugno 1983)
Eseguita in San Fedele la “prima messa a quattro voci” Alessandro Scarlatti grande artista Sconosciuto
Una scappata a Milano per ascoltare nella chiesa di San fedele una Prima Messa a quattro voci di Alessandro Scarlatti (1660-1725). Questo grande artista barocco fa parte di quegli strani casi di artisti che tutti sanno che esistettero [...], ma dei quali ben pochi conoscono effettivamente qualcosa [...]. L’esecuzione era merito del coro della Polifonica Ambrosiana diretto da Marco Brunamonti. E un’etichetta illustre quella della Polifonica Ambrosiana, che ha avuto un suo rilievo nella vita musicale milanese. Oggi è commovente vedere come con tenacia e con estremo rigore questo gruppo faccia onore al suo illustre passato. Il merito è della soprano Luciana Ticinelli Fattori, che della vecchia Polifonica di don Biella era una bandiera smagliante e che, attuale presidente [...] non vuol lasciare cadere il passato. È merito del gruppo corale che, con spirito di abnegazione, si sottopone alla disciplina della preparazione e delle esecuzioni, riuscendo ad avere cospicui risultati d’assieme e di espressività. In questo caso, però, il merito va anche attribuito a Marco Brunamonti che è stato un preparatore accurato e un interprete veramente ispirato.
(Vittore Castiglioni)
«Il Giorno», Milano (30 marzo 1984)
A San Fedele la severa poesia delle “Litanie”
Quando si ascolta un concerto della Polifonica Ambrosiana (o, com’è adesso, “Nuova Polifonica Ambrosiana”) non si può non sentire come un brivido d’orgoglio e di gratitudine al pensiero dell’opera profetica di don Biella, che la fondò e che resta uno dei pochi che intuirono quale potenziale abbia la musica antica se riportata alla scarna lezione originale. Lo si pensava tutti insieme ascoltando il “Magnificat” di Durante da lui riveduto, eseguito al termine di un concerto dove, oltre a brani strumentali dello stesso autore, erano presentate in prima esecuzione moderna le “Litanie della Beata Vergine”. Dirigeva Marco Brunamonti, in quest’ultimo brano anche revisore, che guidava con garbo e passione il coro. [...]
(Lorenzo Arruga)
«La Repubblica», Milano (9 settembre 1986)
Pentagramma che passione. Giovanni Pellini, avvocato, appassionato astronomo possiede una raccolta unica di strumenti antichi e ama suonare 11 flageolet, la ghironda, la tiorba.
Fu un liuto il primo amore del dongiovanni della musica.
“Dilettanti! Dilettanti! Così vengono chiamati con disprezzo coloro che si occupano di una scienza o di un’arte per amor di essa e per la gioia che ne ricevono - per il loro diletto - da quanti si sono dedicati agli studi per proprio guadagno […] La verità è, al contrario che per il dilettante la ricerca diventa uno scopo, mentre per il professionista rappresenta solo il mezzo”. L’elogio encomiastico di Schopenhauer rivolto alle folte schiere di amatori che si dedicano all’arte per puro divertimento personale sembrerebbe la citazione preferita di uno dei dilettanti più estrosi e bizzarri di tutta l’area milanese, quel personaggio ben noto a tanti melomani cittadini che è l’avvocato Giovanni Pellini. ‘Vede, - esordisce con piglio sicuro - il mio guaio era che la professione di avvocato mi annoiava a morte. La mia vera passione è sempre stata la musica, l’unica cosa che mi abbia dato ossigeno per vivere fin dalla più tenera età. Mio padre suonava il violoncello e la mamma si dilettava al pianoforte, e mio cugino più tardi - Giancarlo Menotti - sarebbe diventato assai famoso. I miei genitori non erano professionisti, certo, ma furono loro ad introdurmi nel mondo della musica, incoraggiandomi allo studio della chitarra […] Negli anni Cinquanta a Roma misi in piedi un complesso di musica barocca, il “Symposium Musicum” L’attività continuò in area milanese, con i musicisti della Scala e della Rai, e quindi, riuniti sotto il nome di “Laetitia Musicae”, collaborammo con la “Polifonica Ambrosiana” ed effettuammo tanti concerti in ogni parte d’Italia. […]”
(Luigi Di Fronzo)
«Il Giornale Nuovo», Milano (17 febbraio 1987)
La Nuova Polifonica Ambrosiana festeggia domani i 40 anni
È un fiore che non appassisce questa musica al passato remoto
Ha la stessa età della Repubblica italiana, quarant’anni di vita, che verranno celebrati con un concerto nella chiesa di Santa Maria dell’incoronata. Per festeggiare l’avvenimento, la Nuova Polifonica Ambrosiana ha scelto un programma che rappresenta, simbolicamente, la sua immagine e le sue scelte artistiche di questi quarant’anni. È in cartellone il Ludus Danielis un dramma liturgico del XII secolo […]. Musica antica, musica “rara”, medievale, gregoriana, rinascimentale, ma anche contemporanea, e soprattutto musica rinascimentale e barocca: sono le predilezioni, e anche il biglietto da visita di questo complesso, stimato dalla critica proprio per le sue scelte coraggiose e fuori corrente. […] Le recensioni positive, la costante risposta del pubblico, e quarant’anni di età sono le prove tangibili che la Nuova Polifonica Ambrosiana ha saputo confezionare con competenza i suoi esclusivi prodotti. li primo artefice di questa “storia” fu monsignor Giuseppe Biella, che fondò il Coro nel 1947 e lo guidò per vent’anni sino alla sua morte. Dopo di che il complesso fu “rilanciato» col nome di Nuova Polifonica Ambrosiana […]
(Mariangeia Mianiti)
«La Repubblica» Milano (13 aprile 1987)
Lo Storico ensembie milanese esegue un Programma tutto dedicato a Carissimi per ricordare il SUO fondatore - I veri Pionieri del barocco - La Nuova Polifonica Ambrosiana ha quarant’anni
Commossa ma anche un po’ polemica la prima uscita stagionale della gloriosa Polifonica Ambrosiana (per la precisione Nuova Polifonica Ambrosiana) domani a Santa Maria alla Scala in San Fedele Programma monografico tutto dedicato a Giacomo Carissimi “padre” dell’Oratorio musicale barocco. Programma tipicamente legato all’immagine della prestigiosa Polifonica cittadina che da quarant’anni svolge un’attività esecutiva sofisticata, e per molti anni solitaria, nella presentazione della musica preclassica Programma carico di significati d’affetto e di riconoscenza a vent’anni dalla scomparsa di don Giuseppe Biella, infaticabile animatore della Polifonica Ambrosiana (poi affidata per molte stagioni a Gianfranco Spinelli suo allievo e sodale) e Pioniere nella Scoperta del repertorio sacro barocco L’occasione celebrativa di domani […] non rinuncia a venature polemiche Nel mezzo di numerosissime attività dedicate alla musica alcune episodiche e un po’ avventurose sul piano culturale, lo Spazio per la Nuova Polifonica Ambrosiana s’è progressivamente ristretto. Oggi il volontarismo dei dirigenti tra cui l’indomita Luciana Ticinelli Fattori un tempo solista insigne della Polifonica oggi presidente tuttofare non riesce a risvegliare l’interesse cittadino. I concerti sono sempre più radi, le sistemazioni logistiche difficili da trovare la considerazione pubblica legata soprattutto ai ricordi. A un paio di settimane dall’esordio ufficiale della prima orchestra barocca italiana, il Collegio Strumentale Italiano, nato sotto l’ala di San Maurizio e la benedizione di Gustav Leonhard […] si dimentica che i primi esperimenti in questa direzione di proposta non facile vennero effettuati quarant’anni fa proprio da monsignor Biella, […]
(Angelo Foletto)
«Corriere della sera» Milano (13 aprile 1987)
Concerto dedicato a Giuseppe Biella, 20 anni dopo
Polifonie a ricordo del monsignore
Qualche decennio fa, quando i concerti di musica antica non erano ancora un fenomeno di “massa”, il pubblico si avvicinava con circospezione al canto gregoriano, ai mottetti e ai madrigali e soprattutto non si parlava ancora con scioltezza di autori come Machaut, Monteverdi, Da Victoria e di esecuzioni filologiche, monsignor Giuseppe Biella, con intuizione d’artista, fondò (era il 1947) un suo coro, la celebre “Polifonica Ambrosiana”, proprio per riscoprire quei tesori di antiche musiche Il concerto che si tiene questa sera è l’omaggio che questo coro rivolge al proprio fondatore. Il coro, i solisti e gli strumentisti di questo gruppo diretto da Marco Balderi, eseguiranno quattro dialoghi sacri di Giacomo Carissimi: O felix anima; Historia di Ezechia; Felicitas beatorum; Historia di Abraham et lsaac […] nella revisione critica curata dallo stesso Balderi. […]
(Francesca Pini)
«L’Avvenire», Milano (13 aprile 1987)
Concerto in memoria di don Biella
Quando la melodia diventa preghiera
La città dimentica con ingratitudine e il tempo sembra non lasciar traccia delle cose non effimere. Ma proprio in questi giorni si son voluti riannodare i fili della memoria, per ricordare. Ricordare un sacerdote, un musicista e il suo lascito più prezioso, per noi che […] abbiamo oggi la possibilità di comprendere appieno il significato della missione di don Biella e della sua “creatura” più grande, la Polifonica Ambrosiana. […] La Polifonica proseguì il cammino tracciato dal suo fondatore nell’eredità raccolta dal compianto maestro Spinelli […] Oggi si tenta far rinascere cotesta creatura” di don Biella. La Nuova Polifonica Ambrosiana è passata nelle mani del soprano Luciana Ticinelli Fattori alla quale tocca, da sola, l’arduo lottare contro l’ingratitudine e la negligenza di Milano. Forse era questo il significato del ritrovarsi l’altra sera in San Fedele, e non solo per ricordare. S’è testimoniata lì, con la musica del Carissimi, la memoria di don Biella, ma soprattutto la volontà, caparbia ed esaltante insieme, di proseguire il suo cammino. […]
(Egidio Saracino)
«Il Giorno», Milano (7giugno 1988)
Il prestigioso ensemble milanese attende ancora il finanziamento del Comune
Volerà a Seul la Nuova Polifonica?
[…] portare a Seul, nel clima incandescente dei giochi olimpici, la musica antica e senza tempo di Claudio Monteverdi: portavoce del sommo cremonese dovrebbe essere la Nuova Polifonica Ambrosiana La partecipazione dell’ensemble milanese tra gli interpreti chiamati a rappresentare la musica italiana nelle manifestazioni culturali organizzate a cotè delle prossime Olimpiadi è ancora in forse. Sicura invece la serata a San Fedele […] Alla Nuova Polifonica Ambrosiana […] le carte in regola, per partecipare nel più autentico stile decoubertiano, non mancano. […]
(Adelaide Murgia)
«Il Giorno», Milano (giugno 1988)
I 41 anni della Polifonica
Il piacere spirituale di offrire la musica
Quarantun anni: la Polifonica Ambrosiana li ha compiuti e noi siamo ancora sorpresi di non trovarci con quel primo nucleo, in quegli anni, tanto è forte il ricordo tanto è stata definitiva per noi la conoscenza della musica antica con quella nobiltà, con quella concretezza. I tempi di don Biella, il suo frugare negli archivi, la sua casta durezza con cui rivelava perentoriamente Monteverdi e un nugolo di autori minori, quando nessuno s’interessava a loro, o quando tutti gli altri li edulcoravano, non affrontandoli come un fatto dello spirito ancor prima della cultura. Ma questi anni sono passati; e chi è rimasto di quel primo gruppo [...] affronta oggi l’impegno in un mondo cambiato, e per quello che riguarda la musica antica cambiato in meglio. [...] La qualità della Polifonica Ambrosiana oggi Nuova Polifonica Ambrosiana sta nella ricerca della propria identità in quel modo scarno e un po’ sommesso di offrire la musica, nel piacere tutto spirituale, ma con le voci italianamente ricche e sensuali, di cantare e di suonare Monteverdi e gli altri. Monteverdi l’abbiamo ascoltato all’Auditorium San fedele, con Herbert Handt, direttore, e i solisti su strumenti originali del Symposium Musicum: un programma antologico ci ha portati nel raccoglimento e in quel modo diretto e confidenziale di leggere e far ascoltare le pagine, in cui si riconosce qualcosa della tradizione di questo gruppo, qualcosa di caro e amato della nostra storia, [...] Ma intanto il gruppo viene invitato alle Olimpiadi a Seul, come rappresentante di un momento irripetibile della cultura italiana e milanese; e dell’occasione perché questo discorso di miglioramento professionale si possa sviluppare, senza perdere quel clima un poco pionieristico che sta nello stupore meraviglioso davanti a questa musica che così bene si comunica al pubblico per virtù d’intelletto e virtù d’affetto come appunto è accaduto l’altra sera. (Lorenzo Arruga)
«Il Giorno» Milano (28 aprile 1989)
Corea: l’Ambrosiana in Oriente
“E stata un’esperienza meravigliosa: abbiamo incontrato un pubblico digiuno di fronte a questo repertorio eppure interessatissimo che ha accolto la nostra esecuzione con un’attenzione crescente” Luciana Ticinelli Fattori [...] parla con entusiasmo della tournée in Corea recentemente conclusa [che] […] ha ben assolto la funzione di portare un assaggio della musica rinascimentale e barocca italiana oltre oceano. Un traguardo ambizioso per questo complesso milanese che da anni si regge grazie all’impegno volontario di un gruppo di quaranta coristi che si accostano alla musica per diletto […]
(Carla Moreni)
«Corriere della sera», Milano (27 dicembre 1989)
Due concerti presi d’assalto dal pubblico
Una grande Polifonica e strepitoso Uto Ughi
Buon segno se iI pubblico è accorso l’antivigilia di Natale al Piccolo Teatro per il primo concerto (stagione 89/90) della “Nuova Polifonica Ambrosiana”. Significa che è ben viva nella coscienza questa gloriosa istituzione milanese, fondata come “Polifonica Ambrosiana” da don Giuseppe Biella, continuata vent’anni dopo da Gianfranco Spinelli e rinata nell’80 col nome di “Nuova Polifonica Ambrosiana” L’ha fatta rivivere Luciana Ticinelli Fattori, soprano celestiale fin dagli inizi con don Biella. Oggi la “Nuova Polifonica Ambrosiana” schiera una quarantina di elementi [...] nel coro spuntano voci promettenti come Paola Milzani o la fedelissima Ida Garzonio. Pur mutati, questi pionieri che negli anni Settanta inaugurarono San Maurizio col “Ballo delle ingrate” di Monteverdi, mantengono una qualità e una passione competitive anche nell’attuale imperversare di gruppi ospiti.
(Franca Cella)
«Corriere della sera», Milano (27 febbraio 1990)
Successo della Nuova Polifonica Ambrosiana con Monteverdi Musica come alla corte dei Gonzaga
La Polifonica Ambrosiana è un rito ambrosiano affettuoso. Lo ha confermato il concerto all’Auditorium San Fedele Il programma richiamava il sapore delle feste mantovane di corte nel palazzo dei Gonzaga: [...] L’esecuzione della “Nuova Polifonica Ambrosiana” era delicata e appassionata E il momento di svolta per la “Nuova Polifonica”. Sente e porta Monteverdi come uno dei suoi capisaldi, poiché alle spalle c’è la gloriosa Polifonica di don Biella La “Nuova Polifonica” è riuscita a portare avanti la fiaccola dello spirito d’un tempo, con le persone che ne hanno eredità diretta, come Luciana Ticinelli Fattori che la guida da qualche anno. Ma ora la squisita cantante [...] lascia la presidenza e urgenti si pongono i problemi di identità e di ruolo, in un mondo esigente e specializzato.
(Franca Cella)
«L’Avvenire», Milano (15 giugno 1990)
Concerto della Nuova Polifonica Ambrosiana
Barocco, melancolia e brio
La direzione di Fanna esalta il repertorio antico
Serata di fasti barocchi, quest’ultimo concerto della stagione della Nuova Polifonica Ambrosiana raffinato programma tutto inteso all’eco della civiltà musicale romana, colta attraverso lo sviluppo della lauda sacra, due fra i massimi esempi della produzione strumentale (Concerti di Stradella e Corelli) ed il picco supremo, torreggiante, dello Jephte, l’Oratorio ch’è il culmi ne dell’arte di Giacomo Carissimi [...] e non potremo limitarci a segnalare l’esito positivo del concerto della Nuova Polifonica Ambrosiana, senza coglierne quel distacco dalle consuetudini della moda che permette a questo gruppo di artisti di immettere vitalità autentica in ciò che affronta. Francesco Fanna ha un gesto di elegantissima e sobria espressività [...] La chiarezza e la pulizia intellettuale della sua interpretazione erano dunque mirabili, ma ancor più lo risultava il lavoro sui colori, sulla variegata e morbidissima emissione del coro. [...].
(Francesco Maria Colombo)
«Corriere della sera», Milano (15 giugno 1990)
È tornata giovane la Nuova Polifonica
È ritornata giovane la Nuova Polifonica Ambrosiana. Era affollata mercoledì sera la Chiesa di Sant’Angelo per il concerto di fine stagione, e festoso e quasi imponente l’organico schierato al completo e potenziato di freschezza sul nucleo “antico” [...] Centro della serata era infatti I’Oratorio barocco Jephte di Carissimi, nella revisione ed elaborazione del continuo di don Giuseppe Biella, il fondatore della Polifonica, che tra i primi avvistò la grandezza di questo autore, di cui molto ancora resta da scoprire. E risultata serrata la “minitragedia” nel coro soffice, ben preparato, che ha bissato il compianto finale, e coi partecipi solisti [...].
(Franca Cella)
«Il Giorno», Milano (16 giugno 1990)
Successo alla Chiesa di Sant’Angelo. Autori antichi per la Polifonica
Ci sarebbe un discorso lungo e quieto da fare: in un altro momento lo faremo. Riguarda la Nuova Polifonica Ambrosiana, che è un’associazione, anzi, una società di concerto, anzi, un movimento di gente piena di fede nella musica, insomma una cosa che fa nascere come nuova la musica antica [...] Il discorso sarebbe lungo perché insieme convivono spirito dilettantistico e contributo professionale: due cose da mettere insieme con difficoltà, ma in un secondo connubio: grande impegno personale e rinuncia ad attività meglio remunerate, ma anche speranze di apertura verso riconoscimenti ambiziosi, che non dovrebbero tardare; infine pericolo di affettuosa bonarietà, messo in fuga, o almeno da mettere in fuga. con un gusto esigente e rigoroso. [...] La storia del sacrificio della figlia del condottiero [Jephte n.d.r.] ha commosso gli interpreti prima, e poi il pubblico, che ha partecipato con grande gioia, sentendo un fatto artisticamente autentico. [...]
(Lorenzo Arruga)
«Il Giorno», Milano (20 novembre 1990)
Il gruppo vocale milanese apre con successo il suo nuovo corso
La Polifonica ricomincia da Bizet
[…] in uno scantinato dei gesuiti, a fioca luce, con il professor Veronesi (proprio lui, il luminare dell’istituto dei tumori), con il suono di una musica drammatica e di voci concitate nell’altra stanza, in attesa che qualcuno aprisse una porticina. […] è accaduto: al Centro San Fedele, tanto zeppo che un quarto d’ora prima dell’inizio han cominciato a rimandare indietro la gente. E chi aveva i posti prenotati dentro, o è tornato a casa o è astutamente ricorso ai sotterfugi: appunto come noi, addetti ai lavori o appassionati, che non volevamo perdere la prima uscita del nuovo corso della Polifonica Ambrosiana. Il nuovo corso si è dunque mostrato pieno di attrattiva per il pubblico che ha tributato un successo caldissimo a “L’Arlesienne” di Georges Bizet. […]
(Lorenzo Arruga)
«L’Avvenire», Milano (20 novembre 1990)
La Nuova Polifonica Ambrosiana a Milano ne “L’Arlesienne” di Bizet
Musica d’idee con tanto pubblico
L’auditorium San Fedele stracolmo un’autentica ovazione, con richiesta di bis e coda presso i camerini […] Co-s’è accaduto alla Nuova Polifonica Ambrosiana? Direi che sostanzialmente ci sono idee, fatto rarissimo nelle istituzioni musicali, e che non manca lo spirito corporativo per realizzarle. […] Dal cilindro inesauribile, Roberto Hazon ha estratto questa volta un’occasione esecutiva inedita per il complesso milanese, una sorta di scommessa con un repertorio che si situa assai lontano dalla tradizione dove gli ambrosiani primeggiano: le musiche di scena originali di Bizet per l’Arlesienne di Alphonse Daudet, nella nuova veste drammatica per due voci recitanti e nella versione ritmica dovuta a Ida Vallardi, e straordinariamente efficaci oltreché curatissime e preziose. Un’idea geniale; […] lI coro della Nuova Polifonica Ambrosiana e l’orchestra da camera “Gaetano Donizetti” erano guidati con sicurezza d’intenzione da Amedeo Monetti, saldo ed elegante nel gesto, sensibilissimo nel valorizzare a plurivocità delle suggestioni emotive, capace di un fraseggio intenso e sensuale e ricco di abbandoni. Le voci recitanti erano Franca Nuti e il giovane Giorgio Bonino […]. Applausi, una volta tanto veri.
(Francesco Maria Colombo)
«Gazzettino», Vicenza (12 febbraio 1991)
A Vivaldi s’addice il sacro
Un coro omogeneo e massiccio, ma capace di molte sottigliezze nel rapporto tra le sezioni […] e flessibile abbastanza per dare rilievo ai chiaroscuri dinamici del fraseggio e per sbalzare vivamente i passaggi più decisamente polifonici. […]
(Cesare Galla)
«La Repubblica», Milano (15 giugno 1991)
Una messa mozartiana
La “Nuova Polifonica Ambrosiana” diretta da Amedeo Monetti ha concluso la stagione con un concerto nella chiesa di Sant’Angelo con una “Messa dell’incoronazione” e altre composizioni strumentali di Mozart, suonate all’organo.
[…] Giustamente non timoroso di rompere l’unità solo potenziale della Messa, Monetti avrebbe potuto scommettere di più sulla miscela stilistica, fidandosi dell’istinto drammatico di Mozart. Invece, seguito con grande entusiasmo dai partecipi strumentisti, dai cantori e dall’appassionato quartetto vocale […] il direttore ha impresso il segno omogeneo di un suono in continua espansione gioiosamente afferrato dal complesso ambrosiano e restituito alla fitta platea.
(Nicoletta Sguben)
«Vivimilano», Milano (6/12 febbraio 1992)
-La Polifonica riscopre un Lied di Romberg
Quel gioiello di campana
Una novità dei tempi di Schubert: è la “Cantata della campana”, gioiellino d’ascolto gradevolissimo, composto da Andreas Romberg nel 1809 e presentato ora per la prima volta in Italia dal coro della Nuova Polifonica Ambrosiana, dall’orchestra stabile di Bergamo sotto la direzione di Ruggero Barbieri. La “Polifonica” non è certo nuova alle riscoperte eleganti e preziose […] il testo, un poemetto di Schiller, in Germania è famosissimo; […] notissima (oltralpe) è anche la sua versione musicale, primo manifesto del Biedermaier. […]
(Gian Mario Benzing)
«La Repubblica», Milano (13 giugno 1992)
La Nuova Polifonica in San Marco
Incanti e sfarzo alla corte sonora del Re tiranno
[…] [alla] corte del Re Sole […] invitava idealmente il concerto, facendo sfilare musiche di Charpentier, Delalande, Philidor e Lully. Un invito che non ha tardato a concretizzarsi: al primo squillo di trombe e rumoreggiar di timpani, il Re Sole sembrava proprio lì al centro della teatralissima passerella della navata, fra le due ali di pubblico […] Equilibrata tra imponenza e acrobazia minuta, l’esecuzione guidata da Amedeo Monetti […] [Gli] interpreti [..] assieme al Coro della Nuova Polifonica Ambrosiana, hanno reso malleabili antichi modelli d’eloquenza quanto mai impegnativi […]
(Nicoletta Sguben)
«Corriere della sera», Milano (13 giugno 1992)
Applausi per la Nuova Polifonica
I fasti del Re Sole vibrano in musica
[...] Musicalmente coro, orchestra, i validi solisti hanno realizzato il copione con rigore e gusto, efficacemente tenuti in pugno dal direttore Amedeo Monetti.
(Franca Cella)
«Il sole 24 ore», Milano (14 giugno 1992)
Il canto delle pietre
E dopo il “Te Deum”...
[...] Pioveva a dirotto. Il timore era che il pubblico si lasciasse scoraggiare dalle intemperie [...] Invece [...] il concerto di chiusura della Nuova Polifonica Ambrosiana [...] ha registrato una notevole affluenza di ascoltatori [...] Ecco dunque sotto alle sacre arcate del tempio milanese, esplodere i trionfi barocchi di Delalande, Lully, Philidor e soprattutto Charpentier. […] Il concerto della Nuova Polifonica Ambrosiana a San Marco proponeva la sua orchestra diretta da Amedeo Monetti, il suo celebre coro [...] e i solisti di canto [...] tutti interpreti eccellentissimi. […]
(Carlamaria Casanova)
«Corriere della sera». Milano (24 agosto 1992)
La Polifonica in Corea con pagine del compositore veneziano dirette da Francesco Fanna
Vivaldi parte oggi per Seul in edizione ambrosiana
[...] La Nuova Polifonica Ambrosiana parte oggi per Seul per partecipare al “92 Choral Festival” [...] Vi partecipano complessi europei, americani, asiatici e l’Italia è ufficialmente rappresentata proprio dall’antica istituzione milanese [...] È la seconda volta che la Nuova Polifonica Ambrosiana si esibisce in quel lontano paese: c’era già stata il 13 aprile 1989 ed evidentemente si meritò in quell’occasione favorevoli giudizi se l’invito è stato rinnovato a così breve scadenza.
«Corriere della sera», Milano (7 maggio 1993)
Due Bach con la “Nuova Polifonica”
Difficile trovare qualcosa di più gioioso di un Magnificat e la Nuova Polifonica Ambrosiana ne ha proposti due nella stessa sera: due gioielli accostati, a firma di Bach padre (Johann Sebastian nella versione del 1731) e tiglio (CarI Philip Emanuel, scritto nel 1749 a Berlino). [...] Ottimo l’impegno dei coro della Nuova Polifonica e dell’orchestra diretta con segno leggero da Daniele Agiman. [...]
(Franca Cella)
«Vivimilano» Milano (23/29 giugno 1993)
Sant’Angelo. Clemencic dirige la “Polifonica”
Monteverdi ambrosiano
Sono passati 350 anni dalla morte di Monteverdi e giustamente quest’anno la musica del maestro cremonese ha un posto d’onore nei cartelloni nella chiesa di S. Angelo potremo riascoltare l’esecuzione integrale di uno dei capolavori monteverdiani. il Vespro della Beata Vergine. [...] Solo nel 1964 uno studioso, don Giuseppe Biella, ricostruì la partitura e la presentò a Milano, nell’esecuzione della Polifonica Ambrosiana da lui stesso fondata. Quasi trent’anni dopo è ora la Nuova Polifonica Ambrosiana a offrirci il Vespro.
(Mario Zanchetti)
«La Repubblica», Milano (18 dicembre 1993)
Ottimo concerto in San Simpliciano insieme al Giardino Armonico Nuova alleanza per la Polifonica Ambrosiana
Il coro della Nuova Polifonica Ambrosiana [...] si sta abbinando a uno degli ensemble strumentali più validi, interessanti e anticonformisti che suonano su strumenti d’epoca E..] Un’esplicita dichiarazione di lavoro che, se da una parte intende difendere e perpetuare la gloriosa tradizione del coro fondato nel 1947, dall’altra è pronta a rinnovarsi seguendo un indirizzo di canto approntato sulla specifica vocalità secentesca [..]
(Nicoletta Sguben)
«Il sole 24 ore», Milano (3 aprile 1994)
Settimana Santa. Polifonie con passione
[...] Intanto anche il coro della Nuova Polifonica Ambrosiana [..] si riavvicina a quei livelli di eccellenza che avevano appunto conferito alla vecchia formazione milanese di don Biella un nome internazionale di primissimo piano.[…]
(Carla Maria Casanova)
«La Repubblica», Milano (22 aprile 1994)
Bel Concerto in San Giorgio al Palazzo. Nuova Polifonica. Mozart sublime
[…] la Nuova Polifonica Ambrosiana, abbinata all’orchestra Nuova Cameristica con un’esecuzione di vibrante qualità musicale ha fatto capire quale potrebbe e dovrebbe essere il suo ruolo nelle programmazioni d’una città autenticamente musicale. In realtà attività della Nuova Polifonica Ambrosiana ha le prerogative artistiche adatte per occuparsi stabilmente del repertorio sacro sei-settecentesco che ha un pubblico milanese di appassionati, L’esecuzione [...] era segnata da una giusta miscela di consapevolezza stilistica, moderna trasparenza strumentale e comunicativa: quella che Amedeo Monetti ha messo in mostra dirigendo con elegante trasporto [...] il Mozart astrale della Messa K 317 (partitura collaudata, sorta di biglietto musicale da visita della Polifonica).
(Angelo Foletto)
«La Provincia», Como (24 settembre 1994)
Gaffurio restituito ai suoi splendori
Diretto da Doni giovedì a San Fedele
Un encomiabile intento filologico ha informato il bel concerto di musica sacra ambientato nella Milano degli Sforza”. Oggetto monografico di creatività è Franchino Gaffurio I due complessi hanno avuto in Riccardo Doni un direttore attento allo stile, nel quale ha mostrato una preparazione approfondita in quella che va sotto il nome di “prassi esecutiva.” Abbastanza di recente formazione è il complesso de “I Madrigalisti”: la “Polifonica Ambrosiana” è, malgrado alterne vicende, ancora viva in ricordo del suo fondatore don Giuseppe Biella. Si tratta di quindici elementi selezionati e ben amalgamati altrettanto giusto ci pare citare i bravi strumentisti del “Symposium Musicum Giovanni Pellini” (tutti forniti di copie di strumenti d’epoca).
(Maria Fonticoli Terraneo)
«Vivimilano», Milano (12/18 luglio 1995)
La Polifonica canta e ricorda
Deserto estivo? Qualche complesso ancora in attività c’è: e tra questi par giusto segnalare un coro “storico”, la “Nuova Polifonica Ambrosiana” [...] L’occasione [...] è insieme un mesto omaggio: la Polifonica la dedica a un suo cantore prematuramente scomparso la scorsa settimana, Umberto Rossi. Uno dei tanti Rossi, uno dei tanti milanesi che amano la musica come una seconda natura, e che, pur impegnati in altre attività, “dentro” vivono per essa, con umiltà e dedizione. “Il” Rossi era un chimico di ricerca; ma dell’ensemble era la “colonna”, fin dai tempi di don Biella: e con che sguardo, ai giovani che entravano “in Polifonica”, raccontava di quando lui stesso, da ragazzo, all’inizio degli anni Sessanta, aveva stretto la mano a Stravinskij, dopo averne cantato la “Messa” in Sant’Ambrogio! [...]
(Gian Mario Benzing)
«Il sole 24 ore», Milano (18 febbraio 1996)
Polifonica e giubileo. Tra sacro e profano
A un passo dal Giubileo d’argento, la Nuova Polifonica Ambrosiana ha inaugurato la sua 49esima stagione nella chiave che resta a lei più congeniale:
il concerto di musica sacra. […] Sulla scia delle manifestazioni per il bicentenario della nascita di Saverio Mercadante (1995), la Polifonica ha messo in programma un inedito da lei scoperto: la Messa n.13.
(Carla Maria Casanova)
«L’eco di Bergamo», Bergamo (26 maggio 1996)
Apprezzato concerto della Nuova Polifonica Ambrosiana in S. Bartolomeo.
Tra le pagine di Mercadante sacro e profano a confronto
[…] Dunque un apprezzabile itinerario che ha sapientemente alternato i momenti strumentali alle esibizioni dei solisti [...] e del coro. Un ensemble vocale che ha, con discreta compattezza, egregiamente interpretato le pagine proposte.
(Renato Magni)
«La nostra domenica», Bergamo (2 giugno 1996)
Omaggio a Saverio Mercadante. Di grande interesse l’esecuzione della Nuova Polifonica Ambrosiana
Erede di quel patrimonio culturale e umano che il mai dimenticato compianto don Giuseppe Biella fondò a Milano nel 1947 sotto il nome di Polifonica Ambrosiana, la Nuova Polifonica Ambrosiana continua [...] la tradizione di proporre partiture poco note, rivalutando produzioni spesso a torto dimenticate [...] abbiamo ascoltato un omaggio a Saverio Mercadante di grande interesse, con esecuzioni rese molto bene sia sotto il profilo vocale che interpretativo [...]. Il numeroso pubblico ha gradito le proposte e le esecuzioni che sono state gratificate da lunghi applausi. [...]
(Pierluigi Forcella)
«La Regione Ticino», Lugano (2 luglio 1996)
Omaggio a Mercadante con la Nuova Polifonica Ambrosiana
I concerti di Ceresio Estate sembrano volerci riservare sempre nuove sorprese. Lo ha dimostrato il seconda appuntamento [...] interprete la celebre Nuova Polifonica Ambrosiana, che ha presentata un omaggio a Mercadante. [...] È merito di questa complessa l’aver trascritta dal manoscritta un’opera inedita, la Messa n.13 [...] il coro, accompagnato dall’eccellente organista Maurizio Mancino, e diretto da Lorenzo Coladonato, ha dato prova di un altissimo livello tecnico e musicale. [...]
(Rebecca Rodin)